FIV FELV – IMMUNODEFICIENZE NEL GATTO


Il gatto il nostro compagno che vive con noi ma che in molti casi preferisce coltivare amicizie esterne e che nel suo essere felino non disdegna dei piccoli o grandi giri dove andare ad incontrare i suoi amici, aumenta le probabilità di contrarre alcune malattie che si trasmettono per contatto diretto, fra le tante presenti vorrei parlare di due di origine virale la FIV (virus dell’immunodeficienza felina) e la FelV (virus della leucemia felina).

Prima di tutto sono malattie specie specifiche quindi non sono contagiose per altri animali che non siano gatti o felini in genere, quindi preoccupativi se avete tigri o leoni.

Il virus dell’immuno deficienza è un retroviride, importa a qualcuno ????????, forse no.

Passiamo a cosa fa e come si prende.

Questo agente patogeno si trasmette soprattutto con la saliva (al primo posto le morsicature ma anche i graffi che possono contenere tracce di saliva) con il materiale seminale (i rapporti sessuali) e per via transplacentare o con l’allattamento dalla mamma ai cuccioli.

Nell’ambiente esterno il virus è molto debole quindi sulle superfici persiste per un tempo non superiore ai trenta minuti e poi viene disattivato dal caldo e dal sole o dai disinfettanti.

Il virus si replica a livello di alcune cellule del sangue i linfociti (T e B), nei macrofagi e negli astrociti. Dopo una prima fase che può dare una lieve febbre e piccole variazioni delle popolazioni dei globuli bianchi tendenzialmente il virus tende a cronicizzare determinando una immunodeficienza dell’organismo paragonabile a quella che l’Aids determina nell’uomo.

Essendo colpito il sistema immunitario i segni clinici della malattia non sono sempre gli stessi ma variano a seconda di quale apparato è stato colpito. Quindi posso avere polmoniti con scolo nasale, tosse, respirazione alterata. O segni gastroenterici, vomito, dissenteria. O segni molto generici quali dimagramento. Il soggetto colpito sarà più bersagliato da altre malattie cosiddette opportunistiche, che si manifestano in soggetti che hanno dei problemi con il sistema immunitario, quindi la toxoplasmosi, la bartonella e altri virus fra cui la FelV e la peritonite infettiva (Fip).

Non ci sono dei sintomi che si possono imputare solo a questa malattia, tante volte un ‘uveite (infiammazione dell’occhio) o una stomatite (infiammazione delle gengive) possono farla sospettare ma non può essere confermata se non con la ricerca anticorpale.

L’esame del sangue e la ricerca degli anticorpi con i test più diffusi in commercio danno una significativa certezza di diagnosi.

Alcuni animali però possono essere solo sieropositivi (test positivo ma assenza di malattia) solo con l’evoluzione dell’eventuale malattia si potrà stabilire l’esatta gravità dell’infezione.

Dalla descrizione risulta che la malattia è grave e anche se si evolverà nell’arco degli anni probabilmente porterà ad un esito infausto legato alle complicazioni delle altre malattie concomitanti. Non ci sono farmaci specifici (gli antivirali utilizzati nell’uomo hanno molto effetti collaterali), l’unico farmaco che ha dato un significativo prolungamento della vita dell’animale è l’interferone ma anch’esso non risolve il problema.

Passiamo all’altro virus menzionato in precedenza quello colpevole della LEUCIEMIA FELINA.

La via preferita per il contagio è rappresentata dalla saliva e dal contatto con le secrezioni nasali per cui la condivisione di acqua e cibo portano all’infezione, meno importante ma non impossibile il contagio con feci e urina, la via transplacentare e con il latte è anch’essa meno probabile ma pur sempre possibile. Il virus inizialmente rimane nell’orofaringe (bocca e gola) per poi diffondersi in tutto l’organismo fino al midollo osseo. Oltre a determinare un abbassamento delle difese immunitarie il virus è responsabile di una serie di tumori e di forti anemie che non rigenerano i globuli rosi che vengono persi. Ci sono alcuni segni clinici più caratteristici che comprendono la stomatite e le ulcere corneali tipiche proprio di questo virus.

Rispetto al Fiv il decorso solitamente è più breve e tende a manifestarsi anche in soggetti al di sotto dell’anno d’età. Agendo sul sistema immunitario anch’esso predispone l’animale alle infezioni opportunistiche. Il farmaco che agisce meglio è anche in questo caso l’interferone, in presenza di tumori si può intervenire chirurgicamente ma questo purtroppo non va alla causa scatenante.

La ricerca rapida degli anticorpi con i test sul sangue è da ritenersi valida e diagnosticamene affidabile. A differenza della Fiv in questo caso esiste un vaccino che non darà una copertura completa, a causa dei diversi ceppi del virus, ma che sicuramente in parte coprirà i soggetti vaccinati.

Per concludere vorrei specificare che gli animali affetti da queste infezioni non dovrebbero in alcun modo poter diffondere ulteriormente la malattia, la sterilizzazione è indispensabile e il mantenere l’animale all’interno della propria casa pure.

È altresì consigliabile all’età di sei mesi; quando i test fatti sulla goccia di sangue mi danno una buona percentuale di attendibilità, eseguire un esame per ricercare l’eventuale presenza degli anticorpi e poter prevenire il più possibile, in caso di positività, l’aggravarsi della malattia.

L’unico modo per essere sicuri al cento per cento che il mio animale non si ammali e tenerlo lontano da quei gatti che non so sono stati testati perché comunque sono virus che si prendono solo ed unicamente tramite un contatto diretto o un contatto con i secreti e gli escreti di altri gatti e non tramite l’aria.