CARNE CRUDA NELL’ALIMENTAZIONE DEL CANE E DEL GATTO


Non voglio entrare nel merito della diatriba fra dieta commerciale, dieta Barf o dieta casalinga. Ognuna ha i suoi pregi ed i suoi difetti, intervengono fattori economici, di tempo e di scelte personali, il proprietario riflette sul proprio animale le proprie scelte di vita e queste si rivelano anche nel mangiare.

La carne cruda in questo universo ricopre un ruolo molto importante anche e soprattutto da un punto di vista igienico sanitario. In essa possono essere contenuti molti batteri che non vengono distrutti completamente dal congelamento, alcuni parassiti e alcune forme protozoarie. Le carni bianche sono ricchissime di batteri e la loro cottura è obbligatoria.

In generale all’interno dell’alimento crudo è possibile ritrovare Escherichia Coli, salmonella, campylobacter, clostridium perfrigens, toxoplasmi e neospora. Agenti patogeni che possono dare sintomatologie differenti sia a livello gastroenterico che sistemico con localizzazioni anche a livello neurologico. Molti di questi patogeni attaccano indifferentemente sia l’uomo che gli animali domestici e possono venire diffusi a livello ambientale tramite le deiezioni.

Il congelamento prolungato abbassa la carica microbica ma non la rende pari a zero. L’assunzione sporadica di alimenti crudi o poco cotti per un semplice calcolo probabilistico incide in maniera minima su queste malattie. L’assunzione prolungata e sistemica invece aumenta le possibilità di ammalarsi. L’unico metodo per abbattere ed annullare la carica patogena è la cottura.

Come scritto all’inizio questo breve articolo deve solo rendere consci dei rischi sanitari legati all’assunzione degli alimenti crudi o poco cotti.